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kubeia (2007)

“Giocare indica un movimento.
Senza movimento non esiste gioco.”
F. G. Junger



Progetto e Coreografie
Monica Farnè



Tromba live ed elettronica
Paolo Fresu



Danzatrice
Anna Savi



Assistente di scena
Giuppy Cavagnoli



 

Uno dei primi lavori in cui ho sperimentato il valore del limite spaziale sul corpo è stato H2O: un cubo di 1mtx1mt e profondo 70cm era lo spazio in cui la danzatrice poteva muoversi.
L’ambiente ristretto impediva alla danzatrice di stare in posizione eretta: si aprivano possibilità al movimento solo lavorando in tensione e contrapposizione al limite.
In seguito ho sperimentato spazi diversi: un anello di 6 mt di diametro, e una quaterna di spirali (per un totale di 10mt x 10) che costituivano una sorta di labirinto, un luogo dove la danza si faceva circolare, si riavvolgeva ritornando indietro da un punto centrale, ma questa volta lo spazio aveva un ingresso e un’uscita.
Proprio dall’esigenza di indagare ulteriormente la dinamica corpo/limite spaziale è nata la necessità di mettere in relazione lo spazio limitato anche con lo spazio esterno.
Da qui l'idea di utilizzare altri elementi, nello specifico delle superfici che costituissero una "zona franca" che consentiva al danzatore di uscire dal sistema interno/esterno, uno spazio in cui egli stesso poteva diventare osservatore dell'azione danzata da altri, e dal quale poteva decidere di entrare nello spazio circoscritto per danzare.

(*La performance comprende l’istallazione H2O.)

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