l'eterno gioco dell'eterno senno(1999)

“C’era una volta”: è il fatidico inizio di tutti i racconti che affidano al ricordo e alla fantasia la manifestazione di messaggi nascosti e la proposta di simboli universali, gli stessi che si rivelano nei miti e nei sogni. I simboli offrono sembianze concrete all’immaginazione; aprono lo spirito all’ignoto e all'infinito e nella loro naturale combinazione si trasformano.
Le regole sono quelle di un gioco senza fine, e così l’acqua purificatrice e rigeneratrice di molte fiabe, la chiave macchiata di sangue di Barbablù, la palla d’oro del Principe Rospo. la mela rossa di Biancaneve, e il bosco in cui ci si può perdere o ritrovare la strada smarrita, possono intrecciare i loro significati in una perpetua trasformazione di forme e immagini. Resta la loro forza evocativa che fa si che possano offrirsi a materializzare temi universali e stati d’animo del tutto soggettivi. Un viaggio senza fine della mente e degli occhi in cui è come “sognare sui sogni e scoprire in tali costellazioni immaginarie il desiderio, il timore, 1’ambizione che conferiscono alla vita il suo significato segreto”. (Bachelard)

Progetto e coreografie
Monica Farné
Progetto immagine
E20 - Labirinti Intersensoriali Eventi
Supporto tecnico
Emanuele Luzzeri
Computer grafica
Andrea Pagani
Fotografie
Giancarlo Marcocchi
Immagini video e montaggio
Daniele Not e Matteo Sessa
Musiche
Balanescu, E.D. De Melo Pimenta
Interpreti
Claudia Macaluso, Lucia Mazzi,
Elena Tegaldo, Elisa Zucchetti
Prodotto dal Teatro Ponchielli di Cremona
Il Lavoro ha preso spunto dalla lettura di alcune fiabe. in ognuna delle quali è stato scelto l’elemento simbolico che all’interno del racconto fa si che sia possibile la trasformazione-evoluzione del personaggio principale. Come si trasforma il personaggio nella fiaba, così i simboli, all’interno del pensiero, si contaminano a vicenda, tanto da poter essere paragonati ad una sovrimpressione di fotografie l’una sull’altra. Questa coesistenza simultanea di diverse rappresentazioni sfugge al tempo e allo spazio, e il “C’era una volta” della fiaba non fa altro che puntare un faro luminoso su un’immagine e fermarla davanti ai nostri occhi.
I simboli sono stati visti in relazione al loro significato, alla loro forma, immagine, colore, movimento. E’ stato così possibile tracciare un percorso di trasformazione tra i simboli stessi, giocando sulla loro rappresentazione volutamente ingigantita, proprio perché spesso nelle fiabe gli oggetti si trasformano e cambiano dimensione come in un primo piano cinematografico. Le immagini video che accompagnano la coreografia mostrano la trasformazione degli elementi simbolici, offrendone una visione insolita e a volte inaspettata, giocando su macro immagini che rimandano al bambino che, ad occhi socchiusi, ascolta il racconto della fiaba sognando un mondo molto più grande di lui. Il primo simbolo è l’acqua. Sorgente di vita, mezzo di purificazione, centro di rigenerazione. Cristallina ma anche scura e blu come la barba del terribile Barbablù, che chiede alla moglie una prova di fedeltà dandole in consegna la chiave che può aprire l’unica stanza del castello a lei vietata. La chiave è il secondo elemento simbolico. Associata alla spirale per la sua forma e al labirinto di stanze del castello di Barbablù, viene trasformata in un gorgo d’acqua e poi, per la sua rotondità e per il movimento circolare, diventa la palla d’oro con cui gioca la principessa del Principe Rospo. Questo terzo simbolo è legato ad un racconto in cui diventa curiosa la visione che si può avere di ciò che accade: la principessa guarda il rospo dall’alto, e dall’alto guarda la palla che cade nel pozzo, così come il rospo guarda il mondo da un’angolazione particolare, avendo gli occhi in cima alla testa. Questo elemento offre lo spunto al lavoro coreografico per puntare l’attenzione sulla visione dall’alto della coreografia e sulla deformazione delle immagini. I corpi “trasformati” si scomporranno in sezioni e parti fino ad offrire l’immagine di una bocca che, aprendosi, inghiottirà un oggetto bianco e imploderà trasformandosi nella mela avvelenata di Biancaneve. Questo quarto simbolo verrà trafitto da una freccia che indicherà una direzione, quella che si cerca o si smarrisce nel bosco delle fiabe. Alla prima ne seguiranno altre e solo alla fine sarà possibile scoprire dove ci avrà portati questo viaggio senza fine.



